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La bellezza è stare attorno ad un tavolo, con degli amici.

Matteo Cibic /  Matteo Cibic Studio

L’idea che il lusso debba essere serio è sbagliata; l’inaspettato è quello che mi rende felice e immagino sia lo stesso anche per altre persone.

Uno spazio aperto fronte strada, in cui tutti possono entrare per immergersi in un mondo immaginifico per bere un succo di melograno in compagnia di creature antropomorfiche fantastiche. Si presenta così lo studio di Matteo Cibic, come specchio del suo desiderio di tenere le porte aperte alla conoscenza, all’incontro, all’altro, all’inaspettato. Come quando si legge un racconto di Giovanni Perdigiorno, il viaggiatore curioso di Gianni Rodari, una volta varcata la porta dello studio, si rimane incantati ad ascoltare le avventure di Matteo, il suo ottimismo e la sua ricerca di un sogno futuro, anche quando sembra che non ci sia via d’uscita. E si scopre una personale grammatica della fantasia che si fa design in una collezione di oggetti che nascono per portare allegria e fare stare bene le persone anche in una grigia giornata uggiosa, dove il lusso ha come ambizione quella di essere l’inaspettato che porta emozioni positive.

matteocibicistudio.com


Testi e intervista: Claudia Zigliotto

Art direction, foto e video: Lorenzo Rui

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Matteo, perché hai scelto di diventare designer?

Matteo – Perché ho capito che era più semplice fare il designer che il Papa. Da piccolo amavo essere chierichetto per la scenografia della chiesa, poi ho cominciato a frequentare lo studio di mio zio Aldo Cibic. Ho scoperto l’energia di conoscere persone diverse, frequentare mostre, vivere l’arte moderna. E poi era vicino ad un’agenzia di modelle.

Dopo esperienze in grandi città, hai scelto di vivere a Vicenza.

Matteo – Non esistono grandi città o città di provincia.
Il mondo è globalizzato, vincono le comunità. Le persone fanno la differenza e quando fai parte di un network di persone che sono abituate a viaggiare e che sono abituate a livello globale, puoi ricevere tantissimi stimoli. Non ci sono delle città con più o meno opportunità, le città più piccole permettono incontri, danno più possibilità dal punto di vista creativo e sociale, ospitano tantissimi artigiani e il tempo scorre più lentamente. E questo tempo è una materia preziosa, un valore.

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“ Credo che la creatività non sia necessariamente pensare qualcosa di completamente nuovo, ma anche reinterpretare un prodotto, magari inserendolo in un altra situazione produttiva, o creando dei mix di materiali e tecniche già esistenti per produrre oggetti nuovi.”

Le tue collezioni sono immaginifiche e libere: qual è il tuo metodo creativo.

Matteo – È estremamente casuale, ma ha una sua struttura nell’essere in fase di ricerca continua. Quando si tratta di conoscere cose nuove sono assolutamente bulimico: mangio tantissime immagini e tantissimi concetti, sono onnivoro e mai sazio di sapere. La creatività nasce da questi impulsi: non è creare qualcosa di nuovo, ma trasferire qualcosa che vedo in un altro contesto, creando a volte dei mix.

Qual è il tuo sogno di bellezza?

Matteo – Stare attorno ad un tavolo e ad un divano con degli amici.

E la bellezza nel mondo del lusso?

Matteo – Se l’ambizione di un uomo è essere felice perché una persona ricca che può avere tutto nella vita deve essere triste? L’idea che il lusso debba essere serio è sbagliata. Spesso gli ambienti patinati sono infelici, penso ad esempio al film Youth di Sorrentino. Io preferisco inseguire l’inaspettato, è questo che mi rende felice, e mi piace vedere il ritorno attuale degli ambienti vitali, come ad esempio Combo, la catena di ostelli che si è fatta conoscere a Venezia, Milano, Torino e Bologna per la sua espressione artistica. Oggi, in un ambiente estremamente globale, l’inaspettato è quello che mi rende felice e immagino che sia lo stesso anche per altre persone.

Come trasferisci questo concetto nelle tue collezioni?

Matteo – Paradiso Dream è una collezione di animali che nasce una ventina di anni fa, quando avevo sedici anni, e da lì ha continuato a farle. Raccontano un mondo felice, spensierato. Nel tempo ho cominciato a disegnare creature sempre più grandi con materiali sempre più disparati, e questo mi ha permesso di girare il mondo e incontrare gente, e il design è diventato per me strumento di relazione.

Vasonaso è una collezione di vasi che ho fatto in un anno. Ogni giorno, per un anno, ho prodotto un vaso e l’ho messo in vendita online. È stata la mia pratica zen per un anno intero. Adesso questi oggetti sono sparsi in un tutto il mondo.

Funzionalità e lusso: come si uniscono questi concetti.

Matteo – In un bicchiere d’acqua. Quando bevi dell’acqua dal rubinetto, ed è buona, stai vivendo un’esperienza di lusso e funzionalità. In molti posti del mondo non è possibile farlo e spesso ci dimentichiamo di questa fortuna. Bere l’acqua del rubinetto è una forma di lusso.

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Per me è importante che gli oggetti diventino dei collegamenti a dei momenti belli delle nostre vite.Per me è importante che gli oggetti diventino dei collegamenti a dei momenti belli delle nostre vite.Per me è importante che gli oggetti diventino dei collegamenti a dei momenti belli delle nostre vite.

E il benessere dove si trova in una casa?

Matteo – Per me una bella casa deve accogliere amici con una stanza per loro, decorata con oggetti di illustratori e artisti che conosciamo o raccolti in giro per il mondo, e un tavolo grande per condividere con tante persone il sabato e la domenica.

Le caratteristiche che cerchi nelle forniture degli arredi per i tuoi progetti?

Matteo – Il mio è uno studio diffuso e il requisito principale è quello di collaborare con persone simpatiche con cui mi piace condividere il mio tempo. Cerco un approccio umano e chi ha il coraggio di sapersi mettere in discussione e di investigare nuovi modi di fare le cose. Lo trovo formativo e divertente, soprattutto in un’industria in cui tutto si fa in ottica funzionale, io accompagno i miei collaboratori a fare cose folli rispetto a quello a cui sono abituati.

Come interpreti l’idea di un arredo su misura.

Matteo – Io mi occupo di arredare spazi commerciali e quando mi chiamano è perché cercano un nuovo concept di vendita, un approccio diverso alla clientela, con un racconto. Quasi sempre ho carta bianca: mi chiedono “cosa farei per loro” e non viceversa. 

Quale materiale rispecchia di più la tua personalità?

Matteo – Uno specchio o la laccatura nera.

Quale dei tuoi progetti trovi più tuo?

Matteo – Il prossimo...

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Chiudiamo con tre cose belle che ti sono successe nell’ultimo periodo.

Matteo – La prima è un evento che mi ha reso più consapevole e felice di far parte di una comunità. Si tratta della scomparsa di una persona che mi ha ricordato quanto sia importante condividere ogni secondo della nostra esistenza per fare delle cose belle, per poi condividerle con più persone possibile. 

La seconda è un’indagine che sto seguendo per capire come si possa creare uno spazio solo con materiali di riciclo eliminati da hall, centri commerciali, ristoranti. Oggi pensiamo che sia impossibile trovare dei sistemi per ottimizzare l’estrazione della materia prima, e siamo alla ricerca di nuovi poli di estrazione, quando invece abbiamo in tutto il mondo tonnellate di materia prima seconda. La mia ricerca è nel trovare questa materia prima seconda, certificarla e utilizzarla in ambito commerciale e residenziale, per fare nuovi prodotti. 


La terza cosa bella è in realtà un pensiero scaturito dall’avere figli e, allo stesso tempo essere cresciuto negli anni 80 con una visione di futuro ottimistica e positiva. I bambini oggi sono consapevoli che il loro futuro sarà peggiore dei loro genitori, la situazione è decadente, c’è certezza di un futuro tragico e questo avviene per una mancanza di narrativa. Manca un sogno di futuro. L’uomo ha sempre amato il sogno e le energie vitali arrivano dal sogno. Voglio comunicare questa esigenza narrativa e di sogno per arrivare a soluzioni veloci per cambiare il modello produttivo e distributivo.

Chiudiamo con una domanda importante: qual è il tuo gusto di gelato preferito?

Matteo – Lampone e cioccolato, insieme.

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