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La vera bellezza è quella che non si vede.

Alessandro Fantetti / Fantetti Workshop

La bellezza deve portare le persone a sentirsi comode e a proprio agio nel luogo progettato per loro.

Il suo studio è a sua immagine. Quella di un’amante della luce, del vetro, di un dialogo continuo tra gli spazi. Sedie progettate per una ricerca personale, campioni di materiali come fonte di ricerca continua, stanze aperte al confronto e alla luce.
Alessandro Fantetti nasce come architetto, e nel tempo i progetti hanno portato lui e il suo studio, che prende il suo nome, a specializzarsi nel mondo del retail, senza mai abbandonare l’aspetto architettonico. Con lui tanti collaboratori con diverse specializzazioni, un insieme di sinergie capaci di dare vita ad una multidisciplinarietà costruttiva, quella di chi sa che può affrontare un progetto da più punti di vista. Uno studio in cui l’architetto non è il professionista che lascia il segno, ma quello che mette la felicità personale e il benessere del cliente davanti, come priorità assoluta.

fantetti.it


Testi e intervista: Claudia Zigliotto

Art direction, foto e video: Lorenzo Rui

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Prima di tutto, qual è il compito di un architetto?

Alessandro – Quello di progettare architettura bella, senza mai dimenticare la sua fattibilità e la direzione dei lavori. Il nostro è un lavoro duro e lungo in termini di tempo, non bisogna mai perdere di vista gli obiettivi e gli accordi economici stabiliti.

E in questo ruolo, che spazio ha la bellezza?

Alessandro – Il concetto di bellezza è molto complicato, e difficile da definire in un solo modo. 
C’è la bellezza che si vede e quella più nascosta, proprio come il corpo umano: noi vediamo quello che c’è fuori, ma è fondamentale che all’interno tutto funzioni bene, altrimenti l’esteriorità non ha valore. Allo stesso modo un edificio deve essere prima di tutto funzionale e deve creare dei volumi che la gente possa vivere, sia che si tratti di una casa sia che si tratti di un negozio. La bellezza deve portare le persone a sentirsi comode e a proprio agio nel luogo progettato per loro.

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“ Nel mio studio siamo sempre alla ricerca di materiali insoliti, non stiamo mai fermi.
Un mio vezzo? La moquette: la metterei ovunque perché è facile da sostituire e permette continue evoluzioni.”

Quindi la funzionalità sostiene la bellezza.

Alessandro – La gente spesso confonde l’interior design con l’architettura, ma prima ci deve essere uno spazio progettato per essere funzionale, in dialogo con l’esterno, con la luce pensata nei punti giusti. Solo così, si può poi parlare di bellezza. Come dicevo un edificio è come il nostro corpo, possiamo stare bene solo quando tutto è in ordine, anche internamento, e non ci fa soffrire. Così accade in una casa, le persone devono vivere bene, e non soffrire il rumore, la luce, la temperatura.

Il benessere è quindi un obiettivo?

Alessandro – Le persone devono assorbire l’idea che è stato fatto qualcosa per loro per renderli più felici. Che sia una casa, un ufficio, un’attività produttiva. Ci deve essere un significato, deve portare benessere, è fondamentale anche se non è visibile.

A casa tua, dove hai individuato la tua idea di benessere.

Alessandro – Nella luce. Ho cercato di ampliare il concetto di luce naturale con la scelta di utilizzare molti vetri per un contatto diretto per l’esterno, anche se ci sono abitazioni vicine. Mi piace l’idea che la gente non si richiuda in casa, ma che sia gioiosa e che la vista abbia la possibilità di andare lontano. Sono convinto che trasparenza e apertura siano sempre positive, anche in situazioni di condominio.

Come inizia un progetto per un negozio?

Alessandro – Si parte dall’obbiettivo di vendere e si inizia facendo domande che riguardano il prodotto. Il secondo passo è quello di progettare il negozio e l’esposizione del prodotto in base all’esperienza del cliente. È un processo complesso, non immediato, che andrà a supportare il cliente nella vendita del prodotto. L’architetto deve adeguarsi al brand, non viceversa.

Quale dei tuoi progetti trovi più bello e unico, allo stesso tempo?

Alessandro – Un progetto a cui sono molto affezionato è la sede di un’azienda di moda. Qui ho cercato di applicare tutti i concetti di benessere in una situazione industriale, tra produzione e uffici, nel rispetto del recupero di una villa del 1700. Ci siamo divertiti: abbiamo inserito dei dettagli importanti, e sostenibili economicamente, che permettono alle persone che ci lavorano di stare bene. Un dettaglio su tutti? Nel vecchio fienile abbiamo inserito una grande vetrata e introdotto una visione inedita di fabbrica. Un'altra particolarità è la sala mensa dove i tavoli, abbassandosi, diventano una sala riunione di 300 persone.

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Il vetro è il materiale che amo di più, per un concetto di trasparenza assoluta e per un concetto filosofico.Il vetro è il materiale che amo di più, per un concetto di trasparenza assoluta e per un concetto filosofico.Il vetro è il materiale che amo di più, per un concetto di trasparenza assoluta e per un concetto filosofico.

Quale materiale rispecchia di più la tua personalità?

Alessandro – Il vetro è il materiale che amo di più per un concetto di trasparenza assoluta e per un concetto filosofico. In termini di benessere aiutare a tenere lo sguardo rivolto fuori per ammirare il paesaggio e, allo stesso tempo, mi protegge all’interno della mia stanza, la mia scatola. 

Quanto è importante la luce nella scelta di materiali e forme di arredo?

Alessandro – Sia la luce naturale sia quella artificiale sono fondamentali e necessitano di uno studio specifico. È come il trucco nel viso di una persona: illumina quello che già c’è di bello rendendolo ancora migliore.

Il colore: le tue scelte cromatiche.

Alessandro – Anche in questo caso ci mettiamo in ascolto del cliente e interpretiamo le sue aspettative e il suo sentire. Scegliamo il colore che serve, non quello che ci piace. Dobbiamo verificare la situazione studiare le ombre e cercare di collegare i toni delle pareti, dei pavimenti e del soffitto, come una grande tela. 

La materia: come abbini materiali differenti?

Alessandro – Nel mio studio siamo sempre alla ricerca di materiali insoliti, non stiamo mai fermi. C’è apertura, e poi si cerca di contestualizzare nell’ambiente su cui stiamo lavorando.  Un mio vezzo? La moquette: la metterei ovunque perché è facile da sostituire e permette continue evoluzioni. 

Le caratteristiche che cerchi nelle forniture degli arredi per i tuoi progetti?

Alessandro – Cerchiamo persone capaci, che sia un arredatore o un’impresa edile devono avere la capacità di campionare le idee dell’architetto. Poi c’è l’aspetto costruttivo: un arredatore deve disegnare tutto nei dettagli, siamo molto esigenti. Cerchiamo collaboratori dalla menta aperta nella ricerca dei materiali, nel rispetto dei tempi e dell’aspetto economico. E infine chi lavora con noi deve essere capace di portare il lavoro fino alla fine con concentrazione e precisione.

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Design, stile, usabilità e bellezza: come convivono nei tuoi progetti?

Alessandro – Il nostro è un lavoro complesso. Tutte le esigenze visibili e nascoste vanno disegnate e fanno parte di un unico organismo. Il ruolo dell’architetto è quello di creare concetti, tenendo a mente l’aspetto economico.

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