svg-image

La bellezza è un processo che si svela a chi ha la pazienza di ascoltare.

Massimo Marcomini / Architetto - Designer

La bellezza è la manifestazione tangibile di un progetto, di un pensiero e di una visione.
Cambia nel tempo ed è soggettiva, ma la si ritrova sempre nei dettagli.

“Per ogni finestra, l’architetto deve immaginare una persona affacciata. Per ogni porta, una persona che l’attraversa.” Nelle parole dell’architetto milanese Gio Ponti, scritte nel 1957, c’è l’intenzione di un’architettura che mette le persone al centro dando forma a spazi da vivere, come ci ha raccontato l’architetto Massimo Marcomini, che ci ha accolti in una luminosa e preziosa abitazione affacciata sul Lago di Garda. Un architetto che gioca con una grande capacità di ascolto e osservazione, orchestrando equilibri perfetti tra estetica e funzionalità. Estremamente rispettoso delle richieste del cliente, cerca scrupolosamente il bello e l’utile in ogni suo progetto, senza tralasciare nessun dettaglio, la luce in particolare che si fa protagonista assoluta anche con un progetto personale di lighting design, Les First. In questa intervista Massimo Marcomini ci accompagna in un dialogo sull’interior design, l’architettura del passato e la luce, immersi in un singolare universo di raffinata e calcolata bellezza.

/ Massimo Marcomini
/ Les First


Testi e intervista: Claudia Zigliotto

Art direction, foto e video: Lorenzo Rui

The-Shapes-of-Beauty-Modelleria-Scledense-Massimo-Marcomini_L1000093_p_Lr_web_hd

Massimo puoi presentarti?

Massimo Marcomini – Mi sono laureato in architettura nel 1999 a Ferrara. Nello stesso anno ho aperto il mio studio di architettura insieme a Nadia Marconato, dove ancora oggi ricopro il ruolo di Art Director. Ci occupiamo di architettura, di interior e di prodotti, sia per aziende sia per privati.

Quali sono le attività per cui siete più richiesti?

Massimo Marcomini – La comunicazione aziendale, dagli allestimenti degli show room alla presenza in fiera fino alla comunicazione digitale. Aiutiamo le aziende a raccontarsi nei diversi canali, con una specializzazione nelle installazioni di grande impatto.

Come ti definisci come professionista?

Massimo Marcomini – Più che architetto, mi considero un architerapeuta:
mi metto in ascolto per tradurre una richiesta in bellezza. Sia nel privato sia in campo aziendale il mio compito è quello di leggere la bellezza e saperla comunicare, contestualizzandola ai linguaggi di una determinata epoca e di un periodo specifico. La bellezza è sempre la traduzione di una richiesta.

The-Shapes-of-Beauty-Modelleria-Scledense-Massimo-Marcomini_L1000103_p_Lr_web_hd
The-Shapes-of-Beauty-Modelleria-Scledense-Massimo-Marcomini__XPR7332_p_Lr_Cut_web_hd
The-Shapes-of-Beauty-Modelleria-Scledense-Massimo-Marcomini_L1920075_p_Lr_web_hd
The-Shapes-of-Beauty-Modelleria-Scledense-Massimo-Marcomini__XPR7342_p_Lr_web_hd

“ La bellezza si presenta in vari modi e forme; ha una sua grammatica e un suo linguaggio che cambiano con le epoche, con le culture.
Per essere percepita deve essere letta correttamente.
Io la ritrovo spesso nei dettagli. ”

Quindi la tua idea di bellezza è un processo.

Massimo Marcomini – Esatto. La bellezza è la manifestazione di una visione e di un processo. Dietro c’è un progetto che mira alla realizzazione di una visione ed è legata alle esigenze di una commissione. Cambia nel tempo, ha bisogno di codici e di una grammatica che in base al tempo trova qualcuno capace di leggerla. Quindi la bellezza è soggettiva e spesso è negli occhi di chi guarda, ma è vero anche che i processi che la generano sono complessi e ragionati e si ritrovano nei dettagli.

E poi c’è la luce: come si racconta in questa manifestazione della bellezza?

Massimo Marcomini – La luce ha un ruolo fondamentale, soprattutto quella artificiale. Quella naturale restituisce delle situazioni diurne di vita quotidiana. Attraverso quella artificiale è invece possibile raccontare gli spazi in modo completamente diverso e inaspettato. Crea accenti, sottolinea situazioni, accende punti di fuoco nell’ambito di uno spazio. Il light design è fondamentale per progettare la restituzione di un’emozione, soprattutto di notte. Con la luce gli ambienti si fanno più morbidi, senza durezze o spigoli, per raccontare una versione emozionale degli spazi.

La sensibilità nel mondo della luce ha dato vita ad un tuo progetto personale, Les First.

Massimo Marcomini – L’idea nasce dall’incontro con meravigliose realtà artigiane che ho avuto modo e fortuna di conoscere. Aziende virtuose che hanno dato vita ad un mio progetto personale: una collezione di lampade-sculture altamente decorative ed estremamente emozionali, ispirate alle wundercammer – conosciute anche come camere delle meraviglie – presenti nelle più importanti corti del Rinascimento, e in particolare in quelle dei Gonzaga a Mantova, la mia città.

Lampade che si ispirano alla classicità, ma che adottano un linguaggio contemporaneo grazie ad innovative scelte tecnologiche.

Massimo Marcomini – Sì, dal punto di vista iconografico fanno riferimento al Rinascimento italiano, al Cinquecentro delle grandi corti e a Giulio Romano in particolare. I soggetti sono gli stessi della Sala dei Giganti in Palazzo Te a Mantov, ma incontrano la modernità attraverso la tecnologia: sono touch lamp. Attraverso il tocco della mano c’è un trasferimento energetico che legge la massa corporea. 

The-Shapes-of-Beauty-Modelleria-Scledense-Massimo-Marcomini_L1000168_p_Lr_web_hd
The-Shapes-of-Beauty-Modelleria-Scledense-Massimo-Marcomini_L1000164_2p_Lr_web_hd
La qualità dei materiali, delle lavorazioni, è un parametro imprescindibile.La qualità dei materiali, delle lavorazioni, è un parametro imprescindibile.La qualità dei materiali, delle lavorazioni, è un parametro imprescindibile.

Qualcuno o qualcosa a cui ti ispiri.

Massimo Marcomini – Le fonti di ispirazione sono tantissime, siamo circondati da bellezza guardando la storia. Nel caso di Les First un punto di riferimento è stato sicuramento Gio Ponti, ma anche la stessa storia di Giulio Romano, la figura del Palladio o architetti moderni come Terragni o Piacentini. L’ispirazione è ovunque, ma idealmente mi sento allievo di questi grandi nomi. 

Quali linguaggi sono alla base del contemporaneo e della società oggi.

Massimo Marcomini – Oggi vale tutto e il contrario di tutto. L’offerta di linguaggi e di prodotti di servizi è estremamente estesa. Credo che sempre vincano i rapporti interpersonali, tra chi ha un’esigenza e chi può dare delle risposte, questo all’interno di un rapporto umano e dello sviluppo di un progetto che è sempre su misura.

The-Shapes-of-Beauty-Modelleria-Scledense-Massimo-Marcomini_L1920131-Migliorato-NR_p_Lr_web_hd

Quindi in un contesto di dialogo human to human, come inizia un tuo progetto di arredo su misura?

Massimo Marcomini – Inizia soprattutto mettendosi in ascolto delle esigenze della committenza, non solo funzionali, soprattutto emozionali. È necessario arrivare alla domanda che c’è dietro alla domanda. Dipende molto dall’interlocutore, dal contesto, dallo stile di vita. Come dei sarti che realizzano un abito su misura, noi architetti dobbiamo sapere ascoltare e interpretare le esigenze più profonde.

Ad esempio oggi siamo a Desenzano, in una casa meravigliosa che si affaccia sul Lago di Garda: come si è sviluppato questo progetto di interior design?

Massimo Marcomini – Esattamente con questi presupposti. La richiesta della committenza era quella di avere un professionista che potesse mettersi in ascolto e seguire in modo presente lo sviluppo del progetto. 

Qual era la domanda dietro la domanda?

Massimo Marcomini – Questa casa nasce con dei presupposti che sono veramente unici: la committente per lavoro viaggia tantissimo e vive molto del suo tempo fuori. La domanda dietro la domanda era quella di ricreare un ambiente che le permettesse di sentirsi a casa propria, anche quando non era a casa propria, e che lei trova quotidianamente negli ambienti che la ospitano durante i viaggi di lavoro. In questa abitazione si ritrovano registri linguistici ed emozionali che si incontrano negli alberghi e questo permette di annullare le distanze tra la casa e i luoghi in cui spesso la cliente soggiorna.

Come hai raccontato queste scelte con i materiali e negli oggetti di design?

Massimo Marcomini – Questa è una casa piena di situazioni riflettenti, come vetri e specchi, che si combinano con materiali organici come il legno. Tutti gli elementi riflettenti servono per portare negli spazi interni il protagonista assoluto di questo contesto: il Lago di Garda.

La materia: come ti relazioni?

Massimo Marcomini – Con la stessa logica con cui interpreto la composizione degli spazi. Adoro accostare oggetti o materiali apparentemente distanti.
Tra i miei preferiti c’è l’acciaio inox che negli oggetti amo accostare al legno, al marmo, ai pellami. Allo stesso tempo mi piace impiegare il legno in forme estremamente inusuali, come in versione grezzo accostato ad acciai lucidi.

In questa poetica di accostare i contrasti si crea un equilibrio nuovo che dà forza ad entrambi. Le differenze, anche nella società, sono un grandissimo valore.

Estetica e funzionalità: qual è il giusto equilibrio?

Massimo Marcomini – Funzionalità ed estetica dovrebbero sempre avere lo stesso grado di importanza. Sono le due facce della stessa medaglia. Ma poi sono progetti nei quali uno dei due viene sacrificato, dipende dalle esigenze.

The-Shapes-of-Beauty-Modelleria-Scledense-Massimo-Marcomini_Q1090394_p_Lr_web_hd

Le caratteristiche che cerchi nelle forniture degli arredi per i tuoi progetti?

Massimo Marcomini – Io ritengo che l’oggetto e la situazione più sostenibile sia quello di qualità più alta. Situazioni usa e getta o di basso prezzo, non hanno durata nel tempo. Quando ricerco un fornitore, un’azienda o un prodotto cerco un giusto equilibrio tra qualità necessaria e costo. Per questo la qualità di materiali è imprescindibile per garantire una durata nel tempo, e di qui la selezione di aziende che possono ancora garantire questo risultato, attraverso strutture consolidate, ricerca di qualità e servizi al passo con i tempi.

Orgogliosamente presentato da

logo-modelleria-scledense

Le nostre interviste

© Modelleria Scledense Srl 2022/23 - All Rights reserved. P.IVA: 0018173243.

Creativity: lorenzorui.com