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La bellezza è qualcosa che ti blocca e ti stupisce, è la sua capacità di lasciarti senza parole.

Marino Orbolato  / Designer

La bellezza in un oggetto è la capacità di saziare attraverso lo stupore

Marino Orbato è un designer e un creativo nel settore della moda, ma è soprattutto un artigiano appassionato che ama i pensieri di Maria Zambrano, i libri di Fernando Pessoa e i giardini botanici di Catania, Parigi e Marrakech. Incontrarlo nel suo studio, immerso nella campagna tra Venezia e Padova, ha il sapore di una bellezza profondamente vera.
Quella di un giardino spontaneo, quella della natura che non viene addomesticata dall’uomo, quella di un’estetica chirurgica nell’approccio al dettaglio. Marino è cresciuto nel verde e fin da bambino ne è stato un attento osservatore, spinto dalla curiosità vorace di dare un nome alle cose. Da adolescente ha scelto di studiare all’Accademia di Moda, attratto dalla moda come prima forma di comunicazione e come strumento di indagine della materia. Oggi la natura rimane una grandissima fonte di ricerca e intuizione nei suoi progetti nel settore della moda, sperimentando anche nel mondo dell’interior e del design di prodotto. 


In questa intervista ci ha raccontato la sua idea del bello e di design.


Testi e intervista: Claudia Zigliotto

Art direction, foto e video: Lorenzo Rui

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Marino, qual è la tua idea di bellezza?

Marino Orbolato – La bellezza è qualcosa che ti blocca e ti stupisce, è la sua capacità di lasciarti senza parole.

Una dinamica che a volte può disorientare perché certe bellezze non si possono cogliere ed altre volte invece, pur trattandosi di bellezze ovvie, ti aiutano ad arrivare alla verità delle cose.

E quando la bellezza si manifesta in un oggetto?

Marino Orbolato – Quando ha la capacità di saziare attraverso lo stupore.

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“ Tutti noi vaghiamo nel mondo alla ricerca di qualcosa sulla quale rifletterci:
un libro, uno sguardo, un oggetto. Il mio desiderio è quello di riuscire a trovare nel mondo qualcuno per condividere una forma, un pensiero, un sogno, uno sguardo.”

C’è qualcuno o qualcosa a cui ti ispiri?

Marino Orbolato – Ad attrarmi ed ispirarmi è sempre la natura: i suoi colori, le texture, la capacità di stupire. In particolare è nella natura selvaggia, dove l’uomo non è intervenuto, che trovo maggiore ispirazione. Questa natura è prepotente, silenziosa e ha la forza di un filo d’erba che spinge per spaccare l’asfalto, con la speranza di porre fine al dominio dell’uomo. Una fonte di espressione incredibile per chi sa guardare nel piccolo.

Il processo creativo.

Marino Orbolato – Osservare con rispetto, tradurre per poi tradire.
In particolare è nel tradimento che capiamo esattamente la forma, ne leggiamo il contenuto e arriviamo a sovvertire le regole per arrivare ad un linguaggio nuovo e inaspettato.
Nella moda questa capacità l’ha avuta Jean Paul Gautier che ha rivoluzionato le regole con un linguaggio cosı̀ forte da sorprendere. Oppure il designer Tom Dickson, che con il suo candelabro di ghisa, ha mostrato come questo oggetto può essere stabile solo se tutti i pezzi rimangono uniti. Tutto è in balia di una regola matematica.

Il progetto più bello e unico.

Marino Orbolato – Un grande bosco che ho realizzato tempo fa.
Il progetto è nato su commissione: il dono di un uomo innamorato alla sua sposa appassionata: abbiamo portato piante autoctone – aceri, sambuchi, biancospini, rose selvatiche, essenze spontanee – e creato un viale con frutti e un prato fiorito. L’intento è stato quello di restituire fiducia al territorio e ancora oggi mi piace tornarci con gli amici per vederlo crescere. Nel suo rivelarsi riesce sempre a stupirmi e scuotermi.

Il materiale che preferisci.

Marino Orbolato – Non amo il materiale in sé, ma il potenziale che custodisce. Che si tratti di stoffa, metallo, legno o vetro, qualsiasi materiale può essere un invito a raccontare e a cercare un linguaggio nuovo in grado di dare voce a qualcosa di inanimato e a metterci l’esclamativo, lo stupore. La materia che ci viene offerta è un dono per raccontare qualcosa e noi abbiamo una grande responsabilità.

Quanto è importante la luce?

Marino Orbolato – La luce è il direttore d’orchestra della forma, capace di creare un contorno e permettere che qualcosa si riveli.

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La bellezza è qualcosa che ti blocca e ti stupisce, è la capacità di lasciarti senza parole. La bellezza è qualcosa che ti blocca e ti stupisce, è la capacità di lasciarti senza parole. La bellezza è qualcosa che ti blocca e ti stupisce, è la capacità di lasciarti senza parole.

Il colore: le tue scelte cromatiche.

Marino Orbolato – Un dialogo tra chiaro e scuro.
Il mio intento è cercare il punto in cui la notte si arrende e lascia spazio a quello che chiamiamo giorno, e quello che chiamiamo giorno, stanco, lascia spazio alla notte. È il punto di incontro tra due diversità.

Il chiaro e scuro come diversità, quindi.

Marino Orbolato – Mi ha sempre attratto quello che è di cultura differente dalla mia: le storie profonde del mondo africano, il misticismo dell’Inda, i suoi odori e profumi. Nei miei progetti c’è qualcosa di primitivo e spirituale, senza l’affanno di dare un nome a una divinità, ma con la consapevolezza che ci sia qualcosa di più alto e di più nobile.

Estetica e funzionalità: qual'è il giusto equilibrio?

Marino Orbolato – Il giusto equilibrio è lo stesso che c’è tra contenuto e forma. Solo quando c’è equilibrio il progetto può dirsi compiuto.
Gli oggetti di design che più mantengono questo equilibrio tra contenuto e forma sono quelli giapponesi: tutto è portato all’essenziale e alla funzione.

Living: cosa dovrebbe avere per essere vissuto bene?

Marino Orbolato – Il mio consiglio è quello di fare molta ricerca per far vivere agli ospiti un’esperienza in cui tutti i sensi vengono coinvolti: i profumi, la luce e la presenza del verde.
Penso all’aeroporto di Dubai, dove hanno ricreato una foresta.
È il feticcio di una nostalgia che fa diventare l’uomo un rapace, conquista la preda e ti riconduce a qualcosa.
È un’imperfezione istintiva legata alla passione.

Il confort è una scelta o un obiettivo?

Marino Orbolato – È lo scopo del bello che diventa utile. Nella mia casa il comfort è rappresentato dai libri che si trovano ovunque, perché per me il comfort è dove c’è un libro che mi aspetta.

Quali sono i libri che ti hanno colpito di più?

Marino Orbolato – Sono troppi. Per citarne alcuni Maria Zambrano ha cambiato profondamente il mio modo di pensare, L’ora del diavolo di Fernando Pessoa è un libro che avrei desiderato scrivere e poi ci sono le poesie di Mariangela Gualtieri.

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Le caratteristiche che cerchi nei tuoi progetti?

Marino Orbolato – Cerco un linguaggio che mi permetta di comunicare. Tutti vaghiamo nel mondo alla ricerca di qualcosa sulla quale rifletterci; il mio desiderio è quello di riuscire a trovare nel mondo qualcuno con cui condividere una forma, un pensiero, un sogno, uno sguardo.

Qual è il centro della tua idea di arredo unico e su misura?

Marino Orbolato – È la netta sensazione di sentirsi a casa. Riuscire a mettere insieme le esigenze di una persona attraverso una forma.

Design, stile, usabilità e bellezza: come convivono nei tuoi progetti?

Marino Orbolato – Con rispetto reciproco, direi, come in una famiglia di parole dove lo spazio tra di loro è l’opportunità che hanno per diventare narrazione.

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