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Per noi la bellezza è la capacità di un oggetto, o di un progetto, di generare armonia duratura nel tempo.

Giulio Amatori | Amatori Architettura d'interni

La bellezza è armonia, nel tempo

“Imparare a lavorare in gruppo collettivamente e anonimamente, per aumentare la forza e diminuire l’orgoglio”. Nelle parole di Bruno Munari c’è l’approccio rispettoso di Amatori Architettura di interni, uno studio di Thiene, in provincia di Vicenza, nato da un’intuizione di Francesco Amatori nel 1968, che da un laboratorio di falegnameria si è trasformato in uno spazio di progettazione di interni ed ora è portato avanti con la stessa luce dal figlio Giulio. Padre e figlio hanno lavorato al fianco di grandi nomi dell’architettura, tutti ugualmente formativi, come Kazuhide Takahama, Dino Gavina e Tobia Scarpa.

Ci siamo fatti raccontare da Giulio Amatori (Fondatore), Maria Rosa Ambroso (Space Planner) ed Elena Caldaro (Designer) – la loro storia ed una personale idea di bellezza.

amatoriarchitetturadinterni.it


Testi e intervista: Claudia Zigliotto
Art direction, foto e video: Lorenzo Rui

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Studio Amatori in pochissime parole.

Giulio Amatori – Uno studio di progettazione di interni in continua ricerca fatto di persone curiose ed affamate di imparare cose nuove. Quando progettiamo ci comportiamo come se fosse casa nostra, portando il cliente in un percorso di ricerca estetica e funzionalità dei suoi spazi. 

Uno dei valori del vostro è quello di aver collaborato con grandi nomi dell’architettura, come Kazuhide Takahama, Dino Gavina e Tobia Scarpa. Quali insegnamenti avete ereditato?

Giulio Amatori – Takahama ci ha insegnato la gentilezza e la semplicità del design. Tobia Scarpa ci ha mostrato la ricerca per la perfezione e la capacità di unire creatività, gentilezza ed armonia: è un designer che progetta arredi dedicati a tutti. Dino Gavina nel suo biglietto da visita ha scritto solo “sovversivo” e questo ci ha sempre colpito molto.

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In particolare Takahama è stato per voi un grande maestro, come si vede dalle tante immagini che custodite nello studio.

Giulio Amatori – Il nostro studio è un omaggio a Takama, come il tronco colorato vicino alla zona caffè.  Ci ha lasciato un’idea di bellezza legata al minimalismo, all’armonia ed alla pulizia grazie alla creazione di oggetti semplicissimi. 

Un’idea di bellezza che oggi per voi è una missione.

Giulio Amatori – Esatto. Per noi la bellezza è la capacità di un oggetto, o di un progetto, di generare armonia duratura nel tempo. Un obiettivo che riusciamo ad ottenere come gruppo di lavoro.

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“Imparare a lavorare in gruppo collettivamente e anonimamente, per aumentare la forza e diminuire l’orgoglio.”

Bruno Munari

Qual è il centro della vostra idea di arredo unico e su misura?

Giulio Amatori – Ci aiutiamo utilizzando da sempre un laboratorio interno che si occupa di falegnameria che ci permette di creare mobili su misura. Un altro valore è la realizzazione di prototipi: questo aiuta sia lo studio sia il cliente che può capire più facilmente l’intenzione di quello che si vuole realizzare. 

Design, stile, usabilità e bellezza: come convivono nei tuoi progetti?

Giulio Amatori – Convivono in equilibrio.
Il nostro motto è: la semplicità è una grande ricchezza.

La materia: come abbinate materiali differenti?

Elena Caldaro – Per ogni progetto di solito realizziamo una moodboard: inizialmente ci sediamo tutti attorno ad un tavolo e poi iniziamo a girare per lo studio in cerca di campioni da poter combinare per ottenere il risultato migliore. Anche nella presentazione al cliente allestiamo il tavolo come se fosse una moodboard. C’è tanta ricerca in questo senso, accogliamo spesso aziende che ci propongono nuovi materiali. E ci teniamo ad avere il campione fisico.
Il cliente, come noi, deve vedere e toccare.

Il colore: le vostre scelte cromatiche.

Elena Caldaro – Il colore è fondamentale. Lo utilizziamo in tutti i nostri progetti. Succede spesso che si abbia la tendenza ad usare  colori neutri, invece noi crediamo molto nel colore. Ci aiuta a delimitare alcune zone, aiuta a cambiare la percezione degli spazi: siamo convinti che sapere utilizzare bene il colore sia un valore aggiunto per ogni progetto.

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• LA BELLEZZA E' ARMONIA •• LA BELLEZZA E' ARMONIA •• LA BELLEZZA E' ARMONIA •

Quale dei vostri progetti trovi più bello e unico, allo stesso tempo?

Giulio Amatori – L’ultimo progetto è sempre il più bello. In questo caso mi riferisco a Telecottage, un call center. Tutto è partito dalla ricerca del massimo confort per le persone che ci lavorano, un benessere che riguarda soprattutto il tipo di lavoro togliere che è sedentario e stressante. Abbiamo creato delle zone di relax, aree benessere per stendersi e cullarsi nei momenti di pausa, uno spazio dove relazionarsi e condividere idee e programmi.
Il plus: la grande scrivania nella stanza del titolare che è ambiente di lavoro e di condivisione con colleghi e clienti, con la scelta di una carta da parati e della moquette per un suono più morbido e del legno come elemento di calore. In questo caso abbiamo usato l’abete rosso dell’Altopiano, recuperato dalla tempesta Vaja. 

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Questa ricerca riguardo al benessere nasce anche grazie alla figura interna dello space planner. Nello specifico è Maria Rosa ad occuparsene.

Maria Rosa Ambroso – Sono una figura poco conosciuta perché non sono né designer, né architetto. Nel mondo anglossasone è una figura diffusa, ma qui in Italia è nata con me, che mi occupo di questa professione da 35 anni. Nello specifico, all’interno dello studio, mi occupo di consulenza nell’ideazione dei progetti, un valore aggiunto rispetto ai competitors.

Living: cosa dovrebbe avere per essere vissuto bene?

Maria Rosa Ambroso – Costruire spazi per il benessere delle persone, nel rispetto dell’identità aziendale. Il nostro approccio progettuale parte da questi due pilastri principali e li mette in relazione. Per farlo stiamo lavorando alla metafora del cervello umano, comparando uno spazio lavoriamo ad un cervello. Nella parte sinistra risiede la logica, e questo significa che dobbiamo creare a spazi in cui le persone possono concentrarsi, trovare silenzio. Dall’altra parte c’è la parte creativa: per questa parte creiamo spazi in cui c’è interazione, si mangia qualcosa, si può stare rilassati e spontanei. La scienza dice che l’idea nasce dall’alternanza da queste due parti e questo nasce dal movimento che facciamo in azienda.
Al lavoro vengono persone. Le percentuali più creative o più razionali, dipenderanno dalla vocazione dell’azienda.

Il confort è una scelta o un obiettivo?

Maria Rosa Ambroso – Per noi è assolutamente un obiettivo. Organizziamo spazi in cui le persone devono stare bene. E per stare bene devono trovare qualcosa che li assomigli, dove riescono ad esprimersi. Non solo confort fisico, quello è scontato – luce, temperatura, sedia ergonomica etc – quello che noi vogliamo dare è un confort mentale, personale: la possibilità di decidere dove stare per mettere in relazione la parte di noi che è più adatta al lavoro che stiamo facendo. Un benessere più olistico: quello in cui posso stare da solo per ricaricarmi, quello in cui posso condividere qualcosa con i miei colleghi.

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